GIULIANOVA – <Voglio tornare a scuola>. Questa la frase accorata pronunciata da J.M., lo studente 18enne dell’Ipias di Giulianova, accusato di aver ferito con un coltello un diciassettenne marocchino che lo avrebbe vessato in più di un’occasione>. Il ragazzo ha atteso in invano ieri sera la comunicazione del Consiglio d’Istituto convocato dal preside Valentini per decidere in merito al destino del ragazzo, il ritorno a scuola da domani, in quanto la sospensione scade proprio oggi, oppure un proseguimento della sospensione che il ragazzo vive come un dramma, in quanto teme che potrebbe compromettere il suo anno scolastico. Decisione ufficiale del ritorno a scuola che il preside farà conoscere soltanto oggi, tenuto anche conto che per la prima volta sono stati esclusi da qualsiasi collaborazione sia i carabinieri della Compagnia di Giulianova che l’avvocato di J, Costanzo D’Amelio. Intanto da venerdì scorso studenti e professori dell’Ipias di Giulianova stanno sfilando davanti ai carabinieri di Giulianova, che sono stati delegati dalla Procura di Teramo a raccogliere le loro testimonianze. Si tratta di una quarantina di studenti e di una decina di docenti. Sono gli studenti compagni di classe dei due ragazzi, due diverse scolaresche da quanto il magrebino ferito è stato bocciato e costretto a ripetere un anno. Non si tratta di veri e propri interrogatori, no, si tratta solo di “sentire” studenti e professori come persone informate dei fatti, chiamati a riferire di quanto sanno dei rapporti tra i due sia nell’attuale anno scolastico che nei precedenti. Procedono a questo lavoro il comandante della stazione Angelo Varletta ed il comandante del Nucleo Operativo Paolo Gentile, con la supervisione, naturalmente, del comandante della Compagnia, il maggiore Vincenzo Marzo. Da quello che si è appreso gli studenti sono più propensi a parlare, a riferire manche di alcuni episodi finora sconosciuti nei rapporti sempre poco idilliaci tra J.M. ed il ragazzo ferito e da cui emerge la figura di quest’ultimo come un bulletto, atteggiamenti che non erano graditi nemmeno ai suoi compagni di classe. Un altro elemento interessante è quanto riferito da altri ragazzi sul coltello con il quale J., ha colpito alla guancia il magrebino. I carabinieri chiedono di sapere ufficialmente se si sono verificati altri screzi in passato e se questo risulta da qualche annotazione sul registro ma anche su questo argomento al momento resta fitto il mistero.