GIULIANOVA – Un fine-gara senza precedenti a Campobasso quando i quindici tifosi arrivati da Giulianova hanno rischiato molto. Sul piano penale. A fine partita, secondo una inveterata consuetudine, gli ultras hanno chiesto ai giocatori di lanciare loro le maglie, cosa che è avvenuta senza problemi anche perché i tifosi non avevano mai contestato la squadra ed anzi l’avevano incitata per tutta la partita. Ma ecco piombare negli spogliatoi il commissario di polizia di servizio allo stadio. Ha chiesto di poter parlare con un dirigente del Gulianova e si è incontrato con l’avvocato Berardo D’Antonio, al quale ha anticipato: <Io devo fermare i tifosi perchè nel chiedere ai giocatori la maglia, hanno aggiunto: “perché se non ce la fate quando tornate vi meniamo” (non si se bene se il verbo sia stato questo, ma il significato è quello), per cui, per noi, si concretizza il reato di estorsione e pertanto potremmo procedere penalmente nei loro confronti>. Racconta D’Antonio: <Avevano le foto di tutti i tifosi diffidati ed il commissario ha aggiunto che la frase è stata sentita anche dal guardalinee> (in questo caso una donna). La situazione si stava facendo molto seria e a quel punto D’Antonio si è qualificato come avvocato ed ha dialogato <alla pari> ma il commissario ha voluto interrogare in via ufficiale lo stesso D’Antonio ma anche l’allenatore Dragone e qualche giocatore ma tutti hanno negato, ed insistendo ha voluto un documento di tutti i tifosi, che così sono stati identificati e solo allora sono potuti ripartire per Giulianova. Tutto questo a corredo della partita che ha sancito, con l’ennesima sconfitta in trasferta (un solo punto fuori casa, conquistato a Fermo con Francesco Giorgini allenatore) la retrocessione ufficiale della squadra in Eccellenza. Un 5-0 molto rotondo con i locali che hanno continuato a giocare allo stesso ritmo, anche perché, nella ripresa, i giallorossi, che da due mesi si allenano solo tre volte alla settimana, erano praticamente sulle gambe, incapaci di frenare la voglia dei play off dei molisani. Mettiamoci tre gol regalati di consueto dalla difesa e poi con il portiere Ursini parzialmente riscattatosi (almeno lui) parando un rigore altrimenti il risultato sarebbe stato ancora più tondo. E’ vero, i giocatori non prendono i rimborsi, ma è giusto giocare sapendo questo determina un vistoso calo nella ripresa che spiana la strada agli avversari? Lo scorso anno furono addirittura sette gli stipendi non pagati ma la squadra ( e c’era anche il capitano Ferrante) si allenò e giocò sino alla fine. Del domani non c’è certezza, l’arrivo del San Nicolò non è più sicuro e per ora n on ci sono alternative dirigenziali.