– Il sequestro preventivo di
beni per un valore di 325 milioni di euro all’imprenditore del
settore oleario Vincenzo Oliveri, domiciliato a Gioia Tauro, è
stato disposto dal Tribunale di Reggio Calabria sia perchè il
loro ammontare sarebbe vistosamente sproporzionato, secondo gli
accertamenti svolti dalla Dia, rispetto alle capacità reddituali
dell’imprenditore e sia perchè i beni aziendali e personali sono
stati considerati provento del reimpiego di capitali illeciti.
Vincenzo Oliveri ed il fratello Antonio, insieme al padre
Matteo Giuseppe, nel frattempo deceduto, furono arrestati con
altre tre persone nel luglio del 2010, in esecuzione di
un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale
di Palmi, con l’accusa di associazione per delinquere e truffa
in relazione all’indebita percezione di contributi erogati in
base alla legge 488.
Nell’ambito del procedimento penale che è scaturito dagli
arresti il gip di Palmi ha disposto il rinvio a giudizio dei
fratelli Oliveri. Il relativo processo è ancora in corso.
Dalle indagini che avevano portato agli arresti erano emerse
condotte penalmente rilevanti da parte di Vincenzo ed Antonio
Oliveri attraverso l’emissione di fatture per operazioni
inesistenti.
Tra i beni societari oggetto del provvedimento di sequestro
preventivo figurano il 50 per cento delle quote sociali e il
patrimonio aziendale dell’albergo a 4 stelle “Grand hotel Don
Juan”, ubicato sul lungomare di Giulianova (Teramo); l’intero
capitale sociale e il patrimonio aziendale dell’albergo “Villa
Fiorita”, anche questo ubicato a Giulianova; il
resort-ristorante “Il feudo degli ulivi” a Borgia (Catanzaro) e
l’intero capitale sociale e il patrimonio della società “Borgia
eolica”, con sede a Ravenna, titolare dell’attività di
realizzazione, gestione e manutenzione di un parco eolico a
Borgia. Sequestrati, infine, l’intero capitale sociale ed il
patrimonio di alcune aziende del settore della lavorazione
dell’olio. (ANSA).