Nel comunicato del febbraio scorso avevamo già mostrato quali erano i veri scopi della Giunta Mastromauro nel promuovere il sondaggio deliberativo (è presente sul sito www.ilcittadinogovernante.it). In sintesi gli amministratori avevano un grosso problema: un Bilancio fuori controllo per non aver condotto nel corso degli anni una politica delle Entrate rigorosa ed equa e una politica della Spesa oculata e responsabile. Per riequilibrare hanno deciso di vendere i gioielli di famiglia ma non volendo assumersene la paternità hanno coinvolto i cittadini in nome della partecipazione (chi può mai essere contro?). Ma, tra i mille possibili temi, su cosa sono stati interpellati i cittadini? “Il patto di stabilità” forza oscura che si accanisce contro la nostra città e che ci impone di vendere e quindi: “cari cittadini cosa vi volete vendere, partecipando?”

A detta degli esperti per la significatività statistica erano necessari almeno 145 cittadini invece appena 34 hanno partecipato e solo 26 hanno espresso un voto. Nonostante ciò si è voluto lo stesso far andare avanti questo esecrabile tentativo propagandistico mettendo in estremo imbarazzo i  lodevoli cittadini che hanno risposto alla richiesta di partecipazione  (tali ovviamente sono sia i 34 che hanno partecipato, come tutti gli altri che non hanno ascoltato le trionfalistiche e mistificatorie dichiarazioni degli amministratori).

La partecipazione è una cosa seria, decisiva per la democrazia, ma chi dice di promuoverla deve fornire tutte le informazioni (e non solo alcune) affinché nei cittadini ci sia piena consapevolezza sul tema da affrontare, altrimenti il tutto si trasforma in una operazione populistica e di propaganda tesa al rafforzamento di chi è al potere con una grave mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini strumentalizzati. Allora, correttamente, la domanda vera doveva essere: c’è una crisi finanziaria in Comune, come la risolviamo? Curando di più le Entrate? E quali di esse? Riducendo la Spesa? E quale voce in particolare?

Invece nel sondaggio deliberativo è stato deciso dalla Giunta che l’unica possibilità concessa era quella di scegliere quali vendere tra sei aree pubbliche destinate a creare qualità urbana, cioè vivibilità cittadina! Ne sono state scelte tre. Ma se il prossimo anno  non si apporteranno radicali correttivi al Bilancio comunale sullo sperpero di milioni di euro come nella gestione dei rifiuti, nell’esternalizzazione del trasporto scolastico, nelle opere inutili o malfatte (già successo per piazza Buozzi, corso Garibaldi, lungomare ovest, anfiteatro dietro al municipio, parcheggio davanti al Caprice etc.) e non si chiederanno le previste milionarie spettanze in ambito urbanistico, occorrerà vendere anche le altre tre. E allora  è lecito chiedere su cosa avrà inciso la volontà dei cittadini? Praticamente su niente. Insomma una gigantesca presa in giro. Tra l’altro, essi non potevano nemmeno opporsi: o votare sì o astenersi. E poi, chi rappresentava l’altro punto di vista come accade in consiglio comunale, dove non c’è niente di “appiattito” viste le battaglie che vi conduciamo in difesa di tutti i cittadini? Forse risiede in tutto ciò il motivo per cui ben 111 dei 145 invitati  hanno declinato l’invito a partecipare al sondaggio deliberativo. Cioè hanno detto no.

Una riflessione va poi fatta su questo uso disinvolto dei terreni che man mano il Comune ottiene in cessione per realizzare spazi pubblici (verde urbano, piazze, impianti sportivi, parcheggi pubblici). Si cominciò con la vendita del Pioppeto, non è possibile, però, continuare su questa strada. Intanto, ricordiamo ai Giuliesi alcuni fatti che intrecciano aspetti urbanistici ed aspetti finanziari e cioè:

  • Mancata richiesta di circa 7 milioni di euro nel PRUSST ex SADAM che il Comune deve  ottenere per legge.
  • Mancata monetizzazione, per qualche milione di euro,  dei numerosi aumenti dei parametri urbanistici concessi in variante al PRG nell’ex ADS-FOMA.
  • Donazione di 3000 mq. in E2 (zona nord, degli alberghi) ad una associazione privata.
  • Concessione ad un privato per 30 anni di 1000 mq. (valore circa 800.000 euro) di parco dell’Annunziata per compensare un debito del Comune di soli 21.000 euro!
  • Valutazione sottostimata dei terreni di cui è stata decisa la vendita, considerando che sono stati collocati in zona B (non ci sono cessioni, opere di urbanizzazione già esistenti)
  • Poi, riteniamo che le aree pubbliche debbano rimanere tali perché servono a realizzare una città vivibile. Con la vendita non si rispettano nemmeno gli standard urbanistici e nei pressi del centro sportivo di Via Ippodromo si estenderà ulteriormente la cementificazione.  Solo in casi eccezionali, per emergenze finanziarie, si può pensare ad eventuali alienazioni con adeguati corrispettivi economici a favore del Comune. Prima però si ottengano tutte le spettanze previste (nelle operazioni urbanistiche) e si recuperino le aree pubbliche regalate a privati. Solo così si tutelano gli interessi generali in un momento in cui i comuni hanno gravi difficoltà finanziarie.

    Giulianova 5 aprile 2012           

                                                                                l Cittadino Governante     
                                                                             associazione di cultura politica


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