La Farmacia comunale è salva. Il Comitato spontaneo sorto per la sua salvezza ha vinto. E’ stato dimostrato ancora una volta quanto sia importante la democrazia che prevede la partecipazione dei cittadini i quali sono stati più responsabili e lungimiranti dell’amministrazione comunale. Il rilevante risultato conseguito dal Comitato (2.657 firme raccolte in soli 15 giorni!) ha avuto il merito di far tornare indietro la Giunta: la farmacia non si vende più.

Sin dall’inizio il Cittadino Governante si era opposto alla irragionevole alienazione di un bene così redditizio mostrando, in un incontro pubblico sul bilancio partecipato tenutosi al Kursaal lo scorso 15 ottobre, misure alternative per rispettare gli equilibri finanziari del Comune.

Grazie ai consiglieri di opposizione aderenti al Comitato si è svolto il Consiglio Comunale di mercoledì scorso per discutere il tanto discusso tema della vendita della farmacia. A suon di comunicati e conferenze, la Giunta Mastromauro aveva lanciato svariati allarmi per giustificare quell’atto tanto impopolare ed imbonire consiglieri di maggioranza e sostenitori (non era nel programma elettorale in cui anzi si parlava di potenziamento e di una ulteriore apertura a Colleranesco): squilibrio di bilancio, dissesto, mancato rispetto del patto di stabilità, tutti a casa se non si fosse venduta la farmacia. Il provvedimento era considerato così necessario ed improrogabile che anche dopo l’asta andata deserta, il sindaco continuava sulla linea della rimodulazione, al ribasso, della vendita. Fino all’epilogo con una ammissione di errore nei fatti, anche se a parole è stato prodotto un documento che in una intera pagina di retorica non contiene la dicitura “la farmacia non è più in vendita”. L’artificio di questa volta è stato far passare un documento in cui si dice che il Consiglio Comunale dà mandato alla Giunta ed ai dirigenti di trovare misure alternative per evitare l’alienazione della farmacia comunale. Quindi non è affatto scongiurata una vendita futura ed infatti la maggioranza ha evitato di votare il seguente emendamento proposto dal Cittadino Governante assieme alla opposizione: “Il Consiglio Comunale delibera di non procedere più alla vendita della Farmacia comunale. Inoltre visto il forte pronunciamento popolare contrario all’alienazione, espresso con 2.657 firme, in futuro, per eventuali decisioni diverse, dovranno essere sentiti i cittadini con un Referendum.” Insomma si reclamava chiarezza e attenzione alla volontà popolare nel rispetto della democrazia.

Per concludere, riteniamo che la problematica rimandi alla più profonda preoccupazione sulla pessima gestione del Bilancio (minori entrate ed uscite sconsiderate), problemi finanziari che non possono essere risolti con leggerezza vendendo i beni più preziosi della collettività giuliese come il “pioppeto”, la scuola Acquaviva o la farmacia perché così facendo è tutta Giulianova a risultarne impoverita.

 


Il Cittadino Governante

Associazione di cultura politica