Storie di trionfi e di lutti nel calcio abruzzese. Storie di vite appese ad un filo e vite spezzate, ma anche  mirabili recuperi . La tragedia che sconvolse il Perugia con la morte sul campo del giovane pescarese Renato Curi, ex calciatore del Giulianova dei miracoli, presenta molte analogie con la morte di Piermario Morosini. Era il quinto della ripresa di Perugìa-Juventus, partitissima della sesta giornata di campionato di serie A.  Pioveva a dirotto, il campo era allagato. Improvvisamente, senza contrasti di gioco, Renato Curi cade a terra, mentre Furino, poco più in là, manda la palla in fallo laterale. Nessuno fra i giocatori e fra i quarantamila spettatori ha sentore della tragedia che in pochi istanti si compirà. Il piccolo Curi resta a terra, è morente, tutti lo soccorrono, arrivano i barellieri chiamati ad ampi gesti dai giocatori della Juventus.«  che gli praticarono il massaggio cardiaco e la respirazio­ne bocca a bocca; come ultimo estremo tentativo lo caricarono in am­bulanza che partì a folle corsa ver­so l’ospedale dove arriva alle Qui i medici del centro rianima­zione del Policlinico di Perugia ten­tarono fino alle 16,30 dì rianimarlo, ma ormai non c’era  più nulla da fa­re. Oggi è lo stadio umbro a ricordare con il suo nome quel grande giocatore dal cuore d’oro ma anche fragile. Fu il Fadini nell’aprile del 2006 a rischiare lo stesso dramma nel corso di Giulianova-Novara nel campionato di C 1.  Il difensore Gianluca Cherubini si accasciò improvvisamente al suolo Si pensò che avesse respinto di testa un tiro di punizione ma la notizia venne subito smentita. Il primo a soccorrerlo, scavalcando la rete di recinzione della curva fu un ultras giallorosso che era medico rianimatore e quell’intervento si rivelò poi provvidenziale. Cherubini era stato colpito da un’emorragia cerebrale e venne ricoverato all’ospedale di Teramo dove l’equipe medica del dottor Lucantoni, primario di Neurochirurgia. lo sottopose ad un lungo e delicato intervento e gli salvò la vita . Un altro caso coinvolse il Giulianova nella recente promozione in C 1 con  Leonardo Bitetto allenatore.  Il secondo portiere , Davide Buono, di 24 anni, venne colpito da malore mentre un lunedì  si trovava a casa di amici.  Venne trasportato subito in ospedale e la diagnosi fu quella di aneurisma cerebrale e ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Siena. Il giocatore della squadra giallorossa venne tenuto in coma farmacologico dopo aver subito due interventi chirurgici. Ma si riprese e qualche tempo dopo ricominciò a giocare. E’ purtroppo una ferita ancora aperta anche la scomparsa di Francesco Mancini, 43 anni, preparatore dei portieri del Pescara di Zeman ed ex portiere tra le altre di Foggia, Lazio, Bari e Napoli, anche lui deceduto improvvisamente per un attacco di cuore. La mattina  aveva diretto regolarmente l’allenamento della squadra biancazzurra assieme al tecnico boemo, prima di rientrare nella sua abitazione, dove poi si sentì male Soccorso dai sanitari del 118, è deceduto prima di essere trasportato in ospedale. Solo qualche giorno prima in casa giuliese è deceduto Roberto Vernisi, che  era stato compagno di squadra di Renato Curi. Anche per lui, che, smessa la carriera  di calciatore, aveva allenato le giovanili del Giulianova ed era ora alla guida del Colleranesco, la morte era stata attribuita ad infarto. Ma anche il responso dei controlli medici, sebbene accurati, può essere ingannevole. I gemelli giuliesi Cristiano e Federico Del Grosso vennero fermati  in quanto il tracciato del loro elettrocardiogramma disegnava tutti i sintomi dell’infarto. Oggi Cristiano è difensore di fascia sinistra, titolare inamovibile nel Siena, e Federico è tornato a giocare, dopo alcuni guai muscolari, nella squadra della sua città, ma era stato  opzionato dall’Inter,.