Crolla il Pdl, tiene la Lega e sorridono i finiani che consolidano il
consenso. Le tensioni che agitano il partito del Cavaliere fanno sentire i loro
effetti. Con un Silvio Berlusconi in calo, sempre più costante, che si può
consolare solo grazie alla tenuta del governo. Il sondaggio realizzato da Ipr
Marketing per Repubblica.it fotografa un premier sempre più in difficoltà e un
Pdl che risente pesantemente delle tensioni interne con i finiani.

Un
logoramento che mette in circolo dinamiche che premiamo il Carroccio, sempre
più convinto della necessità del voto, i centristi dell’Udc e la loro scelta
“autonomista” rispetto ai poli, e i finiani che, nell’attesa di trasformarsi in
partito, vedono crescere il loro grado di fiducia.
Premier e governo. Lontanissimo quel 53% fatto segnare a metà 2009, distante
anche il 45% del gennaio 2010, Silvio Berlusconi si aggrappa ad un 37% che
testimonia tutte le sue difficoltà. Solo un mese fa, il premier era a quota 39.
Dopo 30 giorni, la caduta è di due punti percentuali. In aumento, ovviamente,
chi la fiducia nei suoi confronti la sta perdendo: dal 55% di settembre al 58%
di oggi. Se il premier va male, il governo resiste. La sfiducia nell’esecutivo
è immutata rispetto ad un mese fa: un 30% sovrastato dal 64% di chi dice di non
nutrire speranze nell’esecutivo.

Ministri. In testa resta il titolare del Welfare Maurizio Sacconi, reduce da
uno scontro frontale con Cgil e Fiom. Contrapposizione che non pare aver
pagato, visto il calo di tre punti percentuali resgistrato questo mese (dal 64%
al 61%). Piazza d’onore per il Guardasigilli Angelino Alfano e il titolare del
Viminale Roberto Maroni (60%). Calano, invece, il ministro dell’Economia Giulio
Tremonti (dal 54% al 52%), il titolare delle Riforme Umberto Bossi, reduce
dalla pajata riparatrice con il sindaco di Roma. Scende a picco il gradimento
del ministro della Difesa Ignazio La Russa: dopo la morte dei quattro alpini in
Aghanistan, il coordinatore del Pdl cala di quattro punti percentuali (dal 42%
al 38%). Stessa percentuale negativa per il ministro dell’istruzione Maria
Stella Gelmini che scende al 36%. Da segnalare che nessuno della squadra di
governo guadagna posizioni.

Partiti. I dati premiano Carroccio e Udc. Entrambi (nonostante i centristi
registrino un calo del 3%) superano tutti gli altri raggruppamenti.
Marcatissima, la flessione del Pdl (-5%), ed è significativo anche il 2% in
meno dell’Italia dei Valori (forse legato all’estandersi del movimento di Beppe
Grillo). Il Pd, invece, resta inchiodato al 27%. Buono, inoltre, il risultato
dei finiani che guadagnano consensi toccando quota 22%. Infine un dato generale
che accumuna i due grandi partiti: ovvero un generale calo di fiducia. Un segno
meno costante che testimonia quanto la disillusione degli elettori sia marcata.
Troppe voci e troppa confusione, insomma, non pagano.