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La seconda giornata del festival, densa di incontri, si svolgerà interamente al palazzo Kursaal, sul lungomare centrale di Giulianova. Si parte alle ore 9 e 15, con la premiazione dello scrittore e direttore artistico del Festival delle Letterature dell’Adriatico di Pescara Giovanni Di Iacovo. Alle 9 e 30, il presidente dell’associazione “Falconieri dell’AquilaGiovanni Granati, presenterà il libro sulla storia della falconiere “Soul Eagle” e mostrerà al pubblico in sala due esemplari di gufo e civetta delle nevi appartenenti all’associazione. Alle 10, il giornalista di Rai 3 Umberto Braccili ed il giornalista del quotidiano d’Abruzzo “Il CentroGiustino Parisse, presenteranno, rispettivamente i libri “Macerie dentro e fuori” e “Com’era bella la mia Onna”, cronache dentro il terremoto dell’Aquila. Alle 11 ci sarà l’incontro con lo storico e giornalista Sandro Galantini che presenterà il volume “Giulianova e la civiltà balneare – Turismo, ambiente e modificazioni urbane dall’ottocento preunitario al 1940. Nel pomeriggio, alle 17, lo scrittore, critico letterario e giornalista Simone Gambacorta presenterà il libro “Tempi simultanei. Libri e viaggi di uno scrittore” , mentre alle 18, l’antropologa e scrittrice Alessandra Gasparroni, proporrà al pubblico il suo ultimo lavoro editoriale sulle tradizioni d’Abruzzo, dal titolo “Magie d’Abruzzo. Miti, riti, universi simbolici”. Chiuderà questa giornata “piena di letteratura” il poeta Leandro Di Donato che presenterà un romanzo dello scrittore Roberto Michilli dal titolo “La più bella del reame”. Sarà presente anche l’autore. Tra un intervento e l’altro, il musicista Lorenzo Piccioni accompagnerà la giornata al Kursaal con brani di chitarra classica ed acustica.

 

A seguito schede biografiche degli autori e cenni sulle pubblicazioni.


Giovanni Granati

 

Giovanni Granati coltiva la passione di falconiere da diversi anni e ad oggi è presidente dell’associazione “I Falconieri dell’Aquila”, insieme a Antonello Dundee e Silvia Spoltore, con i quali condivide l’addestramento, le esibizioni in volo e  tutte le fasi più difficili di questo hobby.

 

Soul Eagle

 

Il libro raccoglie brevi racconti tra storia e presente, tra realtà e fantasia, sull’antica pratica della Falconeria. Giovanni Granati intervalla il tutto con la rievocazione di leggende antiche e piccole spiegazioni scientifiche sui rapaci. Un testo semplice e per tutte l’età, che saprà affascinare e catturare l’attenzione sull’antica ante della Falconeria.

 

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Umberto Braccili

Macerie dentro e fuori

Giornalista professionista dal 1989 svolge per la redazione rai dell’Abruzzo la mansione di “inviato”. E’ alla prima esperienza come autore di un libro ma come ama sottolineare ” il primo libro lo devo ancora scrivere, questo è fatto a più mani poiché raccoglie le denunce e le emozioni di genitori, fratelli ed amici dei giovani universitari morti sotto le case di burro de L’Aquila”. Macerie dentro e fuori consta di tre parti. La prima di ricordo dei ragazzi fuori sede morti il 6 aprile 2009 .La seconda è composta dalle interviste a chi in quella notte aspettò che giungesse una buona notizia dai soccorsi dei volontari. La terza sezione è la raccolta di numerosi documenti che provano la mancanza di allerta nei giorni e nei mesi precedenti per qualcosa che poi è successa. Il libro ,stampato nel maggio 2010, è negli atti del processo alla commissione grandi rischi ed è stato presentato e sarà presentato ancora in numerose città italiane.

 

Sergio Bianchi

 

E’ il presidente dell’associazione A.V.U.S. (associazione vittime universitarie del sisma) Nella tragedia ha perso il figlio Nicola iscritto alla facoltà di Biotecnologie de L’Aquila. L’associazione è nata per far luce sulle mancate comunicazioni prima del terremoto degli enti preposti. Nel libro si racconta della massima tranquillità dei ragazzi ,confortati dalle notizie della commissione grandi rischi che una settimana prima, riunita a L’Aquila, fece passare il messaggio che non un pericolo derivava dalle frequenti scosse anzi queste erano certezza di un fenomeno che presto sarebbe scomparso. I ragazzi universitari fuori sede deceduti all’Aquila il sei aprile 2009 sono stati cinquantaquattro.

 

 

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Giustino Parisse

Com’era bella la mia Onna

 

 

Un giornalista dentro il terremoto con la sua storia e i suoi perché. Nella tragedia del terremoto in Abruzzo, c’è la storia di Giustino Parisse, responsabile della redazione de L’Aquila e vice caporedattore del quotidiano d’Abruzzo “il Centro”. Si è salvato insieme alla moglie dal crollo della sua casa di Onna, ma ha perso i due figli di 16 e 18 anni e il padre 75enne, mentre la madre è rimasta gravemente ferita. Parisse racconta il suo dramma nel libro “Com’era bella la mia Onna“. Non sono riuscito a salvare i miei figli”, scrive Parisse nel suo libro, mentre sente risuonare la voce della figlia Maria Paola, che un attimo prima che la trave più grande della casa spegnesse per i sempre i suoi sogni di ragazza, gli aveva detto: “Papà, tanto qui moriamo tutti”.

Il 22 aprile 2012, Giustino Parisse pubblica il suo ultimo lavoro editoriale sulla cronaca del terremoto aquilano, dal titolo “L’Aquila tradita”.

 

Vi allego sull’argomento un articolo de “Il Centro”, Cronaca dell’Aquila, del 22 aprile 2012, a firma di Matilde Montinaro.

«C’è un filo che ci unisce: noi cerchiamo verità e giustizia». Gli occhi di Matilde Montinaro, sorella di Antonio, l’agente della scorta di Giovanni Falcone morto a Capaci 20 anni fa, incrociano quelli del caporedattore de il Centro, Giustino Parisse, che nel terremoto del 6 aprile 2009 ha perso i due figli e il padre.
 È in quello sguardo il significato dell’incontro di ieri a Casa Onna: dare un senso alle loro e ad altre storie. Perché, come dice la Montinaro, citando Primo Levi: «Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario». La presentazione dell’ultimo libro di Parisse, “L’Aquila tradita” (edizioni Graphitype), che contiene anche contributi dei professori Walter Cavalieri e Alessandro Clementi, apre un dibattito che attraversa il capoluogo colpito dal terremoto, la Sicilia, l’ipocrisia, le responsabilità degli uomini, quelle consapevoli e quelle che non lo sono state. Lanciando soprattutto un allarme: «La mafia», sottolinea Parisse «arriva dove non c’è lo Stato». La stessa mafia che ha cancellato in pochi secondi la vita di Falcone e Montinaro e che ora proietta la propria ombra sulla ricostruzione, «un avvoltoio pronto a spolpare ogni osso», recita “L’Aquila tradita”. Tradita sotto due punti di vista: dalle istituzioni e dalla mentalità della città.
 «In questo libro Giustino, attraverso i suoi articoli, ripercorre tutta la storia del post-terremoto giorno per giorno, da settembre 2010 a gennaio 2012», dice Cavalieri. «Gli agenti patogeni possono attaccare un corpo solo quando è deficitario nel sistema immunitario, negli anticorpi. Quando si parla di infiltrazioni mafiose, dobbiamo chiederci se la popolazione aquilana è in grado di affrontare e sconfiggere questo pericolo. Viviamo in un paese nato e cresciuto senza partecipazione popolare, lo Stato viene vissuto come un antagonista, un nemico. L’illegalità è quasi una componente genetica. Nella specificità locale, c’è una storia di particolarismi, di rissosità, di invidie, di maldicenza. Questa città si è nutrita di divisioni acri, malevole, che calate in uno scenario di tragedia hanno prodotto cose di cui non è il caso di andare fieri»”. (continua)

 

Sandro Galantini

Giornalista, storico, saggista e critico letterario. Ha conseguito la laurea in Giurisprudenza all’università di Urbino e il diploma di Applicazione Forense all’università di Teramo.

E’ autore di circa 40 lavori scientifici, relativi a problematiche, storiche, giuridiche e di letteratura, pubblicati in volumi o opere collettanee e in riviste scientifiche.

Tra le sue pubblicazioni più famose possiamo ricordare “La criminalità minorile degli zingari. Un’indagine empirica (Teramo, Demian edizioni, 1993), “Giulianova com’era. Storia e memoria della città attraverso le cartoline d’epoca” (Pescara, Paolo De Siena Editore, 2001) e “S.Flaviano” (Teramo, Arkè – Edigrafital, 2002).

 

Giulianova e la civiltà balneare – Turismo, ambiente e modificazioni urbane dall’ottocento preunitario al 1940

 

Dal litorale insalubre e disabitato di primo Ottocento, con la città collinare ancora rinserrata nella cinta difensiva quattrocentesca e interamente rivolta al fertile retroterra agricolo, alla Giulianova balneare e turistica del Ventennio fascista.

Lo storico Sandro Galantini, attingendo da una ricca documentazione archivistica senza tuttavia trascurare le fonti bibliografiche e giornalistiche, con questo denso volume pone il suo sguardo indagatore sulla nascita e sullo sviluppo successivo del turismo balneare a Giulianova. Dai resoconti dei viaggiatori italiani e stranieri, con le notazioni, qui per la prima volta in traduzione italiana, dello scozzese Charles Mac Farlane e dello statunitense Theodore Bacon, rispettivamente del 1848 e del 1860, alle descrizioni contenute nelle prime guide; dalla delibera decurionale del 1856, atto ufficiale di disciplina dei bagni di mare a Giulianova, al rapido evolversi della villeggiatura nei decenni postunitari, con la creazione, il 12 luglio 1874, dello stabilimento marino, la struttura turistica per eccellenza che segna il punto di svolta nella storia locale della balneazione.

 

Simone Gambacorta

E’ nato a Torino nel 1978 e da sempre vive a Teramo. È giornalista, lavora nel settore Comunicazione e cultura della Banca di Teramo Bcc e si occupa di libri per la carta stampata, in televisione e nel web. Dal 2006 giurato del Premio Teramo, nel novembre 2011 è stato chiamato a dirigerlo e ne è stato nominato Segretario. Socio della Deputazione abruzzese di Storia Patria, tra il 2006 e il 2008  ha diretto a Teramo le tre edizioni del Festival letterario Lib[e]ri. Nel 2010 ha ricevuto il Premio Flaiano per la critica. È docente a contratto nella Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università di Teramo (aa 2011-12). È vice direttore dell’Università Popolare Medio-adriatica di Teramo.

 

Tempi simultanei. Libri e viaggi di uno scrittore

 

Scrittore e inviato speciale, Gian Luigi Piccioli è un viaggiatore che ha esplorato i territori della creatività letteraria e le latitudini magiche e misteriose dell’Africa, del Vicino ed Estremo Oriente e dell’America Latina. Dal suo osservatorio a cavallo tra due millenni, Piccioli ha raccontato i tempi diversi e simultanei della sua epoca, e nei suoi romanzi ha affrontato i temi dell’industria, del potere, dell’infanzia, della natura e della storia, arrivando a riflettere sulla nascita dell’idea stessa di Europa e sui rapporti tra scienza e conoscenza. Testimone di una stagione culturale che gli ha permesso di dialogare con personalità di prima grandezza – da Primo Levi a Italo Calvino, da Alberto Moravia a Guglielmo Petroni, da Paolo Volponi a Niccolò Gallo sino a Enrico Mattei, Attilio Bertolucci e Arnoldo Mondadori – in questo libro Piccioli “cede” alle mie insistenze giornalistiche, e con la misura che gli è propria schiude le porte della sua officina intellettuale e della sua esperienza di uomo intorno al mondo.

Con un’intervista sull’Africa ad Alberto Moravia.

 

Alessandra Gasparroni

 

Alessandra Gasparroni è nata e vive a Teramo. Ha conseguito la laurea in Lettere moderne con indirizzo demoetnoantropologico ed è studiosa e ricercatrice in queste discipline.

Ha collaborato con la cattedra di Sociologia della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Teramo e con la cattedra di Storia delle tradizioni popolari della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università “G. D’Annunzio”.

E’ stata titolare di moduli integrativi alla Cattedra di Antropologia culturale e di affidamento didattico di Antropologia interculturale presso la Facoltà di Scienze Sociali dell’Università “G. D’Annunzio” di Chieti.

Ha svolto indagini in Abruzzo e nelle Marche rivolte alla devozione popolare, ai costumi e all’oreficeria tradizionale, allo studio delle abitazioni e al cibo.

E’ socia della Deputazione Abruzzese di Storia Patria e dell’AISEA (Associazione Italiana per le Scienze Etnoantropologiche).

Ha pubblicato, tra l’altro, Costumi e ori d’Abruzzo, Teramo, Tercas 1996, Uomini e case, Teramo, Deltagrafica 1997, Abruzzo. Itinerari nella memoria, Manduria, Barbieri editore 2002 (Premio Scanno – Tradizioni Popolari, 2002, segnalazione Premio Costantino Nigra 2003), La Settimana Santa a Teramo, Teramo, Coop. Arkè-Edigrafital 2005.

Curatrice della collana “Farfalle” per l’Università della terza età di Giulianova, insieme agli studenti ha scritto: I cibi rituali nello spazio della memoria (2002), C’eravamo tanto amati…(2006), Ritratti di famiglia(2008), Non è vero ma ci credo… L’universo magico nel ricordo (2011) Giulianova (TE), Tipografia “La Rapida”.

 

 

Magie d’Abruzzo. Miti, riti, universi simbolici

In “Magie d’Abruzzo. Miti, riti, universi simbolici” (Barbieri Selvaggi Editori, Manduria, 2010) la demo antropologa Alessandra Gasparroni mette in risalto le sue ricerche sul campo, svolte mediante l’osservazione partecipante a riti della cultura tradizionale abruzzese.

La sua ricerca bibliografica e le indagini effettuate attraverso i destinatari dei suoi corsi nell’Università di Chieti e in quella della Terza Età di Giulianova, hanno costituito di fatto una radiografia di modalità culturali ancora presenti o saldamente ancorate nella memoria dei protagonisti del mondo popolare in riferimento ai costumi alimentari, magico religiosi, sociali.

Lo stupore e la meraviglia che sono ancora racchiusi in molti scrigni della cultura tradizionale ne determinano la magia in riferimento ai riti che si ripetono e ai miti dai quali scaturiscono. Gli universi simbolici si dipanano mediante un segno che spesso rappresenta una perduta memoria ma resta come elemento persistente dietro al quale si può indagare per ciò che è stato ed ampliare la ricerca intorno a ciò che è ancora, o come è mutato.

Così, nel lavoro di Alessandra Gasparroni, simboli sono il fiore secco del deserto, approdato a Teramo, che è traccia di riti intorno al parto non solo in Abruzzo, il bacio della reliquia di San Felice di Torricella che l’ultima traccia di un pellegrinaggio nella collina teramana. Le edicole votive delle nostre montagne, traccia della transumanza che poi scendeva al mare, un gioiello di fidanzamento, un piatto tradizionale della nostra cucina, un tatuaggio sacro. L analisi ripercorre ciò che è stato, ma che non è stato dimenticato anche se, spesso, non se ne conosce più l’origine..

 

Roberto Michilli

Roberto Michilli è nato a Campli (Teramo) nel 1949. Vive a Teramo.

Laureato in Scienze Politiche nel 1974 con una tesi in Diritto Internazionale, ha in seguito approfondito gli studi anche in Filosofia del diritto e Filosofia della musica e dal 1976 al 1985 ha collaborato con le cattedre di Diritto e Organizzazione Internazionale presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Chieti.

 

Ha pubblicato le raccolte di poesie Aprire un giorno (Egi 1996); Attraverso la vita (Egi 2001, con una prefazione di Giuseppe Pontiggia); Nuovi versi (LietoColle 2004) e i romanzi Desideri (Fernandel 2005) e Fate il vostro gioco (Fernandel 2008).

 

In collaborazione con Simone Gambacorta ha curato l’antologia del XL Premio Teramo e ha pubblicato La chiarezza enigmatica – Conversazione su Giuseppe Pontiggia (Galaad 2009). Ha vinto il premio Teramo ed è stato finalista al premio Assisi. Ha scritto testi teatrali, anche per bambini, e una favola musicale in collaborazione con il maestro Enrico Melozzi.

 

.Il 31 ottobre 2011 è uscito presso le edizioni Galaad il suo nuovo romanzo intitolato La più bella del reame.

 

 

La più bella del reame

 

Viviana, protagonista e io narrante del nuovo romanzo di Roberto Michilli, ha trentanove anni, due figlie ormai lontane da casa e un compagno più giovane, Luca, che dopo anni di solitudine le ha fatto riscoprire la forza di un sentimento profondo e sincero. Approfittando di una settimana di assenza di Luca, Viviana decide di attuare un proposito lungamente accarezzato, mettere per iscritto la storia della sua vita compiendo in solitudine un viaggio a ritroso nel tempo e nella memoria. Pagina dopo pagina riaffiorano le immagini e le voci di un’esistenza irrequieta vissuta sotto il segno di una personalità impetuosa e baciata dal dono di una straordinaria bellezza che, lungi dal portarle felicità e fortuna, le si è rivoltata contro scatenando invidie, rancori, gelosie e rivalità. Una bellezza che è solo un ricordo, perché Viviana ha scoperto di essere affetta da un male incurabile che l’ha ridotta «con un dito di capelli fini fini, la faccia gialla e la pelle secca», e quei fogli che giorno per giorno si riempiono della sua scrittura rappresentano l’unico antidoto all’oblio del tempo, l’unico mezzo per lasciare dietro di sé una traccia duratura e riaffermare ancora una volta, nonostante tutto, il suo amore burrascoso e intenso per la vita.

Con La più bella del reame di Roberto Michilli, la Galaad Edizioni propone ai suoi lettori il sesto volume della collana La Quercia e il Tiglio, dedicata alla narrativa contemporanea italiana e straniera. Il nome della collana richiama il mito di Filemone e Bauci, trasformati da Zeus in alberi uniti per il tronco e destinati a vivere in simbiosi un amore eterno