Faccio riferimento alla lettera del prof. Laudadio in qualità di segretario dell’UDC giuliese apparsa nei giorni scorsi sui giornali locali.

Devo immediatamente sottolineare che effettivamente la mia storia Democristiana mi ha portato ad aderire, in maniera passionale, all’UDC sull’onda della simpatia per la politica sostenuta da Casini a livello nazionale. Avrei dovuto chiedere al Segretario Laudadio delle garanzie politiche sulla posizione equidistante e critica dai due schieramenti, pretendendo autonomia da entrambi i poli, con una visione criticamente propositiva verso chi amministra, considerando le problematiche della nostra Giulianova.Siamo invece stati legati ad un appoggio del centro destra prescindendo da ogni contenuto programmatico. La mia totale disponibilità è stata strumentalizzata da qualcuno, perché quando si mettono insieme forze che l’elettorato ha valutato in modo inequivocabilmente diverse (circa 1200 voti alla lista “Giuliesi”, circa la metà all’UDC) dovevamo pretendere un peso rappresentativo e politico corrispondente all’apporto elettorale da noi rappresentato e questo non è avvenuto per la grande fiducia che riponevamo in alcuni dirigenti UDC.Paradossalmente nel confluire nell’UDC abbiamo rischiato di perdere consensi rilevanti, ma la scelta era importante, per fortuna  “sono stato capito” dagli amici che, in campagna elettorale, mi avevano sostenuto con la loro candidatura e mi sono stati vicini anche dopo.Purtroppo all’interno dell’UDC vi è chi ama creare conflittualità a proprio beneficio, e sicuramente non parlo del prof. Laudadio. Recentemente si è permesso l’ingresso a figure che, rispettabilissime sotto l’aspetto personale, hanno però avuto negli ultimi anni un comportamento politico poco lineare.Noi non vogliamo costringere gli altri ad accettarci a prescindere, ma nemmeno possono imporci amicizie che riteniamo “dannose politicamente”.Per finire riteniamo che l’impegno in politica si esprime lavorando a favore della collettività. Qualcuno ritiene che le poltrone siano l’arrivo del proprio ruolo, noi riteniamo che l’arrivo alla “poltrona” coincide con l’inizio del lavoro e dell’impegno.Ognuno di noi ha un “modus vivendi” chi ci giudica sono gli elettori. Io personalmente ho avuto circa 1200 persone che mi hanno chiesto di interessarmi della cosa pubblica e solo a quelli rispondo.

 

Buon lavoro a tutti.

Gianfranco Francioni