GIULIANOVA – Nella latitanza e nel silenzio del gestore dell’albergo Antares, che sorge in via Mamiani a Giulianova e che è stato indicato da più parti nei giorni scorsi come probabile “asilo” per una gruppo di migranti ma non certo tutti gli ottanta che la Prefettura avrebbe destinato, qualche notizia arriva dal sindaco Francesco Mastromauro, il quale, invece ha avuto la”fortuna” di incontrare uno dei gestori da noi vanamente inseguiti per fare chiarezza e che dà l’impressione che non vuole si faccia, altrimenti non si spiegherebbero certi atteggiamenti.

 

Il sindaco ha testualmente dichiarato: <Ho parlato con uno dei gestori dell’Antares e mi ha detto che vogliono riattivare l’albergo che è chiuso da tantissimi anni (circa nove) e che in questo periodo stanno facendo opere di pulizia e di disinfestazione (come dai piccioni). Ha anche aggiunto che non ospiteranno migranti e non certo ottanta tenuto conto che hanno soltanto dodici camere>. Che sono, in realtà, quasi dei mini appartamenti autonomi con stanza da letto, bagno e cucinotto se non una vera e propria cucina, insomma gli spazi non ci sarebbero. Ma la preoccupazione di molti , soprattutto i vicini, non è ancora sedata. Sulla vicenda ha preso ieri posizione Gianluca Grimi, assessore al turismo del Comune di Giulianova ed attuale presidente di Assoturismo, il quale, per primo, aveva sollevato il problema. Sostiene Grimi che < la presenza di Giulianova nella ripartizione territoriale dei richiedenti asilo in provincia è ben conosciuto da mesi. Il bando emanato dalla prefettura è di dominio pubblico, é nella disponibilità di tutti gli operatori turistici, e in esso sono ben specificati numeri e luoghi di destinazione.
Stiamo parlando di un territorio che è tuttora in piena emergenza. Non inganni l’attuale numero di presenze ottenuto a prezzo di enormi sforzi La stagione è sempre a rischio e sul filo del rasoio. Basterebbe una scossa più intensa del normale (vedi 28 Agosto 2016) per vedere svuotare le nostre città con le conseguenze immaginabili.. Come superfluo dovrebbe essere anche solo pensare che un tessuto economico, turistico, e sociale così duramente provato possa attivarsi per sopperire ad emergenze internazionali, quando ancora non vede esso stesso un barlume di sicurezza in fondo al lungo tunnel della costante emergenza. In questa situazione, la chiarezza è fondamentale. Da giorni si rincorrono voci incontrollate ed allarmate circa la destinazione d’uso dell’hotel in via di riapertura in zona stazione. Bene, da giorni nessuna voce si leva a fare chiarezza in merito. E non sto parlando della politica locale. Il piano della prefettura si rivolge ai privati possessori o gestori di strutture. Sia chiaro. Basterebbe un semplice cenno di chiarezza e tutto quanto, come ci auguriamo, evaporerebbe in un istante.>