– Due ore e mezzo davanti al pool

della Procura di Pescara, che ha valutato le sue dichiarazioni

molto interessanti ai fini delle indagini sulla gestione dei

rifiuti in Abruzzo:

“Notevolmente utile”, è stato l’unico

commento dei magistrati.

    Per l’ex assessore regionale Daniela Stati è stata “una

conversazione serena con una magistratura serena, che

attentamente legge gli atti”. Anche lei si è detta serena,

benché amareggiata dalla mancata solidarietà del Pdl quando,

due mesi fa, fu coinvolta nell’inchiesta della Procura aquilana

sugli appalti per la ricostruzione post-terremoto.

   Ad ascoltare la Stati – già assessore all’Ambiente e alla

Protezione Civile – nell’ambito dell’inchiesta sulla

realizzazione di un impianto di bioessiccazione di rifiuti a

Teramo, c’erano il procuratore capo, Nicola Trifuoggi, e i

sostituti Anna Rita Mantini e Gennaro Varone. Mercoledì scorso

l’inchiesta – le ipotesi di reato sono corruzione, peculato e

abuso d’ufficio – ha condotto all’arresto dell’assessore

regionale alla Sanità, Lanfranco Venturoni, e dell’imprenditore

Rodolfo Valentino Di Zio. Stati è accusata di favoreggiamento;

coinvolti altri undici: anche i senatori Pdl Fabrizio Di Stefano

e Paolo Tancredi e il sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi.

   Il nome di Daniela Stati compare spesso nell’ordinanza

firmata dal Gip Guido Campli. Emergono pressioni che lei avrebbe

subito e di cui si sarebbe lamentata con il presidente della

Regione, Gianni Chiodi. “Le indagini non sono chiuse e non

posso parlarne – ha detto ai giornalisti uscendo dalla Procura

-. So solo che ho chiarito la mia posizione. Ma posso parlare di

quella politica che tanto male mi ha fatto e tanta solidarietà

oggi dà a un assessore che lo era tanto quanto me. Oggi

Quagliariello, ieri tutta la politica nazionale si è scomodata

per un assessore in difficoltà – ha detto riferendosi a

Venturoni -. Perché per me nessuno si è scomodato? Servivo

quanto gli altri assessori? O davo così fastidio?” ha

aggiunto, riferendosi al coinvolgimento nell’inchiesta sulla

ricostruzione post sisma: ad agosto, raggiunta da provvedimento

di interdizione dai pubblici uffici, fu costretta a dimettersi.

Ma è comunque consigliere regionale, e solo pochi giorni fa ha

lasciato il Pdl per il Gruppo Misto.

   “Se qualcuno pensava di aver tirato fuori Daniela Stati

dalla politica, con le unghie e con i denti difenderò il mio

cognome e il mio territorio. Ricomincio con la gente che mi

vuole bene, con la gente per bene”. Intanto gli agenti della

Squadra Mobile di Pescara e del nucleo di polizia giudiziaria

della Procura pescarese hanno acquisito a Teramo documenti sulla

società mista Team, del cui cda Venturoni fu presidente in

passato.  (ANSA).