MOSCIANO –  Potrebbe non aver raggiunto a piedi il cavalcavia tra Giulianova e Montone di Mosciano Sant’Angelo, prima di lanciarsi di sotto in A14. Per il sostituto procuratore di Teramo, Irene Scordamaglia, l’ipotesi di reato dell’inchiesta aperta ieri non contempla il suicidio ma l’esatto contrario: Giulia, la cameriera di Tortoreto che proprio ieri avrebbe dovuto festeggiare il suo 19esimo compleanno, potrebbe essere stata portata fin lì da un’auto e lì gettata di sotto. Ma da chi? Il punto da chiarire, in primis, in questa vicenda è come Giulia possa aver raggiunto il cavalcavia, percorrendo a piedi, di notte, non meno di 5-6 km. A distanza di ventiquattro ore dal ritrovamento dei resti umani sul tratto di autostrada, sono spuntati alcuni presunti testimoni. Persone che avrebbero visto qualcosa di strano, quella notte, sul cavalcavia. E allora quell’impronta della scarpa di ginnastica, da cui i genitori hanno riconosciuto la figlia? Sono diversi gli aspetti da chiarire in questa vicenda che ha sconvolto l’intera comunità di Tortoreto, dove il padre ha un’edicola al Paese. Giulia prima di allontanarsi da casa e sparire nel nulla, era tornata dal lavoro e ha lasciato tutto lì: cellulare, chiavi, borsa. Tutto. Dagli elementi finora raccolti dagli inquirenti, tutto sembrerebbe supportare l’ipotesi del suicidio. Ma la Procura indaga a trecentosessanta gradi e i riscontri delle testimonianze saltate fuori tra ieri sera e stamattina sarà fondamentale per ricostruire le ultime ore di vita di Giulia. I resti della ragazza sono stati ricomposti presso l’obitorio dell’ospedale Mazzini di Teramo dove verrà eseguito l’esame del Dna dall’anatomopatologo Gina Quaglione. I risultati non arriveranno prima di tre giorni.