. Da una prima ricostruzione dei fatti e dalla drammatica testimonianza fatta dalla stessa moglie di Pasquale Peracchia  (e madre di Gabriele), il figlio colpiva per prima il padre con un colpo di ascia alla testa e quest’ultimo, sebbene stordito riusciva a prendere un grosso coltello da cucina sferrando una coltellata all’altezza dell’addome del figlio procurandogli un grosso taglio ed una profonda ferita

. PERACCHIA Gabriele, a sua volta, nonostante la grave ferita riportata, riusciva a trovare la forza per disarmare il padre e poi con lo stesso coltello sferrava diverse coltellate al padre, l’ultima della quale all’altezza del fianco sinistro, con la lama di circa 35 cm che rimaneva conficcata nell’addome del genitore, che si accasciava esanime. Nel frattempo la madre sebbene sotto choc riusciva a chiamare prima il 112 e subito dopo il 118. I soccorsi, tuttavia, sebbene tempestivi, non sono serviti a salvargli la vita, infatti decedeva lungo il  tragitto per l’Ospedale Civile di Atri.

Risulta che anche in altre circostanze i due avessero litigato, perché il PERACCHIA Pasquale mal digeriva il fatto che il figlio Gabriele si era separato dalla moglie che vive in Svizzera, dove fino a qualche tempo anche il Gabriele fa viveva con i suoi tre figli, per poi fare ritorno proprio a Pineto per stare con i genitori. 

Sul posto sono intervenuti i Carabinieri della locale Stazione, coadiuvati da quelli del Nucleo Operativo della Compagnia di Giulianova e del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Teramo.

Le due salme sono state portate all’obitorio dell’Ospedale di Atri, in attesa dell’esecuzione dell’esame autoptico da parte del medico legale Pino SCIARRA, su disposizione del P.M. Irene SCORDAMAGLIA, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Teramo.