In questi giorni decine di lavoratori del settore di raccolta dei rifiuti, dipendenti della società Sogesa, hanno messo in atto diverse forme di protesta per chiedere, come loro diritto, il pagamento degli stipendi arretrati e le future prospettive occupazionali. A questo si aggiunge il conseguente disservizio nella raccolta e smaltimento che cittadini ed imprese in un periodo importantissimo come la stagione estiva nelle cittadine costiere sono costretti ad affrontare.

 

         La crisi del Consorzio pubblico del CIRSU non investe solo alcuni comuni della provincia di Teramo, ma assume un rilievo regionale, perché riguarda il presente ed il futuro occupazionale a rischio di una grande azienda con oltre 100 dipendenti, ma anche l’effettiva erogazione di un servizio pubblico di gestione dei rifiuti, sul quale la Regione ha competenze autorizzatorie, di coordinamento e di indirizzo fondamentali.

 

         Il CIRSU è un ente pubblico che in questi anni ha rappresentato un esperimento di pubblica gestione dei rifiuti, che i cittadini italiani hanno con il recente referendum preferito alle gestioni private dei servizi di pubblica utilità. Certamente in questa gestione ci sono state carenze e ritardi e non è questa la sede per fare dietrologia. Forse lo stesso modello del Consorzio, valido anni fa, doveva essere rivisto ed aggiornato. Tuttavia, il bene rappresentato da una gestione pubblica del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti deve essere preservato. Non vorremmo che la lenta agonia cui viene sottoposto il Consorzio pubblico del Cirsu sia propedeutica e funzionale al solito, “miracoloso” salvataggio da parte del privato.

 

         Elementi da cui ripartire per rilanciare tale progetto industriale ci sono: l’esigenza di garantire i posti di lavoro, la necessità di salvaguardare un finanziamento regionale di 6 milioni per nuovi investimenti, l’attivazione di una nuova e moderna discarica, e, non ultimo, il prevalente interesse pubblico alla gestione di un servizio, troppo spesso delegato, in modo non sempre trasparente, al privato.

 

         Per questa ragione, ritengo che la Regione, e segnatamente l’Assessore preposto, debba intervenire con sollecitudine per assumere iniziative prima che la situazione precipiti del tutto. Già gli operai stessi hanno mostrato la disponibilità a cercare nuove soluzioni, interrompendo le loro azioni.

 

E’ per questa ragione che siamo a chiederLe di istituire al più presto un Tavolo di lavoro, da lei presieduto, composto dai Consiglieri regionali teramani, dal Presidente ed Assessore al ramo della Provincia di Teramo, dai Sindaci dei Comuni del Consorzio. Tale strumento di coordinamento interistituzionale è fondamentale ed indispensabile, a nostro avviso, per:

–         gestire l’attuale fase transitoria per consentire le migliori soluzioni a tutela dei posti di lavoro ed il superamento della crisi;

–         ridefinire una nuova governance del servizio di gestione pubblica dei rifiuti, già garantito dal Cirsu, anche con nuovi assetti organizzativi e gestionali, più efficaci e moderni, per rispondere al mutato quadro socio-economico e normativo delle aziende pubbliche;

–         salvaguardare il finanziamento regionale già approvato per il nuovo investimento strategico e ridefinire gli aspetti autorizzatori del sito per la nuova e moderna discarica.

 

         Sono convinto che Ella si attiverà immediatamente all’esito di tale richiesta, che, ponendosi oltre gli schieramenti, veda le risorse del territorio e le istituzioni capaci di gestire verso un positivo sviluppo tale vicenda.

 

         In attesa di un Suo riscontro, le invio i miei cordiali saluti, garantendoLe la massima collaborazione e disponibilità.

                 

       Il Consigliere Regionale 

                         Claudio Ruffini