Il Pm della Procura di Pescara,

Gennaro Varone, ha presentato la richiesta di rinvio a giudizio

nell’ambito dell’inchiesta sulla realizzazione, mai avvenuta,

della cosiddetta strada mare-monti nell’area vestina. Gli

imputati sono 13, uno in meno rispetto all’avviso di conclusione

delle indagini, l’ingegnere Ramiro Brizzi, la cui posizione è

stata stralciata in attesa di archiviazione.

   I 13 imputati sono: Carlo Strassil, progettista della strada,

già arrestato nell’ambito dell’inchiesta il 19 aprile 2010; il

commissario straordinario dell’intervento, Valerio Olivieri;

l’ex sindaco di Pescara Luciano D’Alfonso, all’epoca dei fatti

presidente della Provincia di Pescara; gli imprenditori Carlo,

Alfonso e Paolo Toto; il responsabile unico del procedimento

(Rup), Fabio De Santis, indagato anche nell’inchiesta fiorentina

sugli appalti del G8; il dirigente dell’Anas Michele Minenna; il

direttore dei lavori, Paolo Lalli; il funzionario Anas, Roberto

Lucetti; Angelo Di Ninni, incaricato dalla Provincia di Pescara

di valutare l’incidenza ambientale della variante; Paolo

Cuccioletta della società Archingroup srl; Cesare Ramadori, del

Consiglio di amministrazione della Toto Spa.

   Devono rispondere, a vario titolo, di corruzione, truffa

aggravata, falso ideologico, concussione, violazione delle leggi

ambientali. Secondo l’accusa avrebbero portato avanti un disegno

il cui obiettivo era favorire l’impresa Toto, assicurandole

ingiusti profitti con fondi pubblici. (ANSA).