Entro il 30 settembre sarà sanato

il deficit finanziario che ha portato all’emergenza rifiuti in

alcuni Comuni che fanno parte del consorzio Cirsu, dove

l’immondizia non veniva più raccolta e smaltita.

  Sempre entro

la stessa data sarà presentato il piano economico finanziario

utile a sanare i debiti in sospeso tra il Cirsu e la Sogesa

(società operativa del CIRSU SpA a prevalente capitale pubblico

operante nel settore della gestione dei rifiuti), azienda che

gestisce la raccolta, e tra questa e i fornitori.

   Il problema sorto dal ‘contenzioso’ aperto dai comuni di

Giulianova e Roseto, contrari all’aumento delle tariffe per lo

smaltimento – da 110 a 177 euro alla tonnellata – dei rifiuti

indifferenziati, che hanno così bloccato i trasferimenti e

dunque originato la difficoltà di cassa.

   A buttare acqua sul fuoco delle polemiche e a precisare che

“la situazione e i pagamenti si sbloccheranno nei prossimi

gorni” sono stati oggi i presidenti Cirsu, Luigi Romagnoli, e

Sogesa, Gabriele Di Pietro, in un incontro con i giornalisti in

cui hanno affrontato anche il tema della nuova discarica da

realizzare a Grasciano di Notaresco.

   In particolare, Di Pietro ha voluto fugare le ipotesi di

coinvolgimento della nuova discarica nel più ampio dibattito

scaturito a livello regionale dopo le inchieste giudiziarie.

“La titolarità del progetto di Grasciano 2 resta pubblica – ha

detto il presidente di Sogesa -, una prerogativa che abbiamo

voluto tutelare a tutti i costi anche in sede di conferenza dei

servizi”.

   “Per la sua realizzazione, si procederà con una gara di

evidenza europea. Prima del bando però bisognerà attendere la

verifica tecnico-legale, che sancirà le modalità con le quali

dovrà avvenire la cessione a Sogesa, dei terreni del Cirsu

(l’impianto nascerà su un’area che è di proprietà al 40% del

Cirsu e al 60% di una società privata di Notaresco, la

Ecomax)”.

   Infine non potevano mancare puntualizzazioni sui rapporti che

in qualche modo legano il Cirsu al gruppo Di Zio, dopo le accuse

rivolte nei giorni scorsi dall’ex presidente, Francesco

Nardinocchi di “poca trasparenza nell’attuale gestione”. “Non

ho fatto entrare io Di Zio nel Cirsu – ha precisato Romagnoli -.

Il Cirsu è entrato in società con Abruzzo Energia

(appartenente al gruppo del noto monopolista dei rifiuti, ndr)

nel 2005, quando presidente era proprio Nardinocchi”. (ANSA).