Dall’associazione “Il cittadino governante” riceviamo e pubblichiamo:   comparire anche questo deprecabile fenomeno? Sembrava un’innocua e routinaria pagina amministrativa quella della vendita all’asta di piccoli appezzamenti di terreno di proprietà pubblica. In realtà qualcuno ci ha fatto notare che il Comune, cioè il Sindaco, l’Assessore all’Urbanistica, Il Dirigente dell’Ufficio Urbanistico ed il Presidente della Società Giulianova Patrimonio stanno per procedere, con l’Asta del 27 agosto, ad una sorta di “spezzatino”, quasi dei “saldi di fine stagione”. Non si tratta insomma di frustoli di terreno insignificanti senza alcuna valenza pubblica. Si tratta, invece, di piccoli appezzamenti che vengono staccati da aree pubbliche più ampie  che svolgono funzioni importanti sotto il profilo della pubblica utilità: Piazzetta davanti a Palazzo Massei, edificio importante del Centro Storico che conserva nella sua facciata in Via del Popolo resti  delle antiche mura acquaviviane; Verde urbano nelle aree  a sud ovest dello Stadio Fadini e a ridosso del complesso edilizio Marlboro; Verde urbano e Parcheggio tra Via Parini e Via Montello; opportuni vuoti urbani costituiti da Verde urbano e camminamenti tra le costruzioni della 167 dell’Annunziata. Certo in ambiti vocati si puo trasformare in orti urbani, da dare in concessione, qualche porzione di verde pubblico, ma va stabilito chiaramente

Ora chiediamo:

Perché il Comune intende privarsi di queste sue proprietà? Non ne ha veramente più bisogno? Non sa che farsene? Oppure li ha chiesti qualcuno?

E,  data la loro chiara utilità, qual è il limite dove ci si arresta? Se qualcuno chiede al Comune un pezzo, magari un piccolissimo pezzo, di Belvedere o di Parco Franchi o di Piazza dalla Chiesa, poi che si fa? Gli si dà?

E’ risaputo: che quando si lede un principio, si sa dove si comincia, ma non si sa dove si finisce!

Infatti i cittadini forse non sanno che l’attuale Amministrazione, in continuità con quella precedente, con la norma della “Monetizzazione” (che, comunque sta creando molto malumore all’interno della stessa maggioranza) sta per procedere a smantellamenti del patrimonio pubblico, molto più corposi di quelli sopradetti, in cambio di pochi bruscolini.

Un esempio potrà far capire meglio il concetto: l’area del Pioppeto – che il Comune ottenne gratuitamente in cessione grazie al PRG del ’94 -, con la vendita all’asta a fini edificatori (che rimane, comunque, una pessima scelta: ora lo si comprende bene, purtroppo!) almeno ha fatto introitare alle casse comunali 5 milioni e 400 mila euro; se fosse stata già in vigore la cosiddetta “Monetizzazione” il Comune avrebbe racimolato solo sui 200-300 mila euro. E’ chiaro?

La domanda finale è: con questo antipasto, scodellato nella distrazione estiva, si vuole abituare la popolazione giuliese a essere scippata dei propri beni pubblici in modo che non fiati quando arriveranno cose ben peggiori?

E gli amministratori ritengono che andrà veramente così? Ritengono che i cittadini si siano ormai rassegnati a  dover subire l’abbrutimento, costretti come sono a dover convivere con il brutto che comincia a spuntare in ogni dove, purtroppo? Noi, non lo crediamo.

Seppur in extremis, sentiamo, quindi, il dovere di rivolgere all’Amministrazione l’invito a far ritirare il bando e a cominciare a ragionare tutti insieme intorno al grande tema dei veri bisogni della nostra comunità.>