L’Ulivo sorpassa Pdl e Lega
E il terzo polo è a quota 16%
Per la prima volta dopo molto tempo si profila un ribaltamento dei rapporti di
forza tra destra e sinistra. In caso di crisi, il 49% vuole nuove elezioni.
Berlusconi, fiducia giù. Vendola vola

di ROBERTO BIORCIO e FABIO BORDIGNON
Antonio Di Pietro e Pier Luigi Bersani
QUASI sei elettori su dieci, oggi, scommettono su una caduta del governo
Berlusconi. Se ciò acuisce i sentimenti di insoddisfazione e disorientamento,
il fermento che caratterizza il paesaggio partitico disegna scenari inediti:
per quanto riguarda l’epilogo della legislatura, ma anche in chiave
elettorale.

I dati dell’Atlante Politico, realizzato da Demos, segnalano come i giudizi
positivi sull’esecutivo, in netta flessione dopo l’estate, siano rimasti sui
livelli di settembre (30%). Si è invece ulteriormente contratto (- 5 punti) il
gradimento del premier, ampiamente superato, nel suo stesso schieramento, da 
Tremonti (46%). In caso di caduta del governo, la maggioranza degli elettori
chiede un ritorno immediato alle urne (49%). Per una porzione non trascurabile
del campione intervistato, tuttavia, sarebbe preferibile formare un altro
governo (39%).

L’esito di eventuali elezioni anticipate appare oggi meno scontato rispetto
alle previsioni espresse, ripetutamente, negli ultimi due anni. Quasi metà
degli intervistati ritiene ancora probabile una vittoria del centrodestra, ma
un terzo del campione intravvede possibilità di successo per il centrosinistra.
Questi cambiamenti non si traducono per ora in una crescita delle intenzioni di
voto per il Pd (24,8%), mentre crescono i consensi per i suoi alleati: l’Idv
(6,8%) e, soprattutto, Sinistra e libertà (6,6%). La progressione del partito
di Vendola, che peraltro guida la classifica dei politici più apprezzati (48%),
mantiene aperti i problemi sulla leadership della coalizione, caratterizzata
proprio dalla competizione tra il segretario del Pd e il governatore pugliese –
con quest’ultimo in vantaggio di qualche punto. Interrogata sulla strategia
delle alleanze, la maggioranza degli elettori di centrosinistra opta per un
fronte elettorale ampio, che spazi dalle forze di centro fino a quelle della
sinistra radicale (54%). Ottengono minori preferenze sia l’ipotesi di una
coalizione proiettata (esclusivamente) verso sinistra (29%), sia un progetto di
alleanze limitato al centro (16%).

La possibile costituzione di un polo autonomo di centro – soluzione
particolarmente gradita, peraltro, agli elettori dei partiti che si riconoscono
in quest’area – sembra rendere lo spazio elettorale molto più concorrenziale.
Le quotazioni della nuova formazione guidata da Fini appaiono in continua
ascesa (dal 6,1% di settembre all’8,1%), attraendo ex-elettori del Pdl ma anche
significativi consensi provenienti da altre aree politiche. Complessivamente
(considerando anche Udc, Mpa e Api), l’ipotetico “terzo polo” raggiungerebbe
oggi il 16%, con un incremento di tre punti negli ultimi due mesi. Ciò
determinerebbe, indirettamente, il sorpasso del centro-sinistra (40,2%) ai
danni del centro-destra (37,3%). Si tratta, naturalmente, di somme di
intenzioni di voto per partiti appartenenti alle stesse aree: il quadro
potrebbe cambiare in prossimità del voto, in relazione al tipo di coalizioni e
ai leader che si confronteranno. Ma è la prima volta, da diversi anni, che si
profila un cambiamento nei rapporti di forza fra le coalizioni.