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SULMONA – Non si contavano più gli anni dalla sua chiusura, forse 10, mese più, mese meno. Di sicuro però con la sua dismissione era venuto a mancare un centro di aggregazione essenziale per chi vive una professione così delicata e stressogena come quella svolta dagli operatori penitenziari.

Da qualche giorno a questa , dopo adeguati lavori di restauro e grazie all’interessamento del Direttore del carcere peligno, Dr. Stefano Liberatore,  il Bar è stato restituito al suo antico uso rivisto e molto bene impostato dal punto di vista sia visivo che meramente organizzativo e, udite, udite…con lavori fatti in economia.

Entrare per farci colazione o per prendere un caffè post prandiale dopo ore di lavoro, accompagnati dalla motivata vena di un bravissimo gestore e da due addetti dei quali un agente e un detenuto autentico esempio di come si possa guarire dal male della criminalità, ti riempie di energia positiva.

Il quadro di un carcere, si sa,  non è tra i più belli. Tuttavia riuscire a metterci una bella cornice, così come si sta facendo in piazzale Vittime del Dovere, aiuta e non poco a renderlo meno brutto e soprattutto meno brutale.

Certo, il benessere del personale lo si raggiunge soprattutto garantendo diritti soggettivi e con servizi impostati su standard più consoni alle aspettative di tutti, cosa impossibile da pensare con 18.000 poliziotti in meno in generale ( tanti se ne contano in Italia) e con un deficit di -61 unità di baschi blu nella sola Sulmona in particolare (pari ad una carenza  del 31% rispetto ad una pianta organica deliberata dal Ministero della Giustizia e non dalle organizzazioni sindacali per le quali il deficit arriverebbe a superare il 45%).

In tutti i modi quel che ci sentiamo di dire è che pensare al benessere del personale, iniziando dalla rivisitazione della logistica e dei centri di aggregazione, così come si sta facendo nella casa di reclusione di Sulmona, nelle more che i nostri governanti si sveglino e capiscano che sarà bene alimentare il motore delle assunzioni e non limitarsi a fare fantasmagoriche propagande, è dalla UIL apprezzato e condiviso.

Noi della UIL ciò che di buono è stato fatto in seno all’opera di restauro (e non ci riferiamo solo al ribattezzato bar visto che il bel ritocco è stato fatto anche per molti altri locali) lo vediamo come un bene augurante inizio.

Bene, brava la Direzione quindi visto che sta facendo bene la sua parte. Ora però tocca agli organismi superiori far vedere cosa sono capaci di fare.

f.to